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***DL ANTICRISI*** PROVINCE? NUOVA MERCE DI SCAMBIO TRA PDL E LEGA di MASSIMO DONADI*

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Continua il braccio di ferro tra il premier ed il leader del Carroccio. Malgrado il gomito rotto, il Senatùr non intende mollare la presa. Ed in maggioranza il clima non sembra farsi più mite. I due leader non si parlano. Il tentativo di Berlusconi di fare gli auguri di pronta guarigione all’alleato trova l’improbabile via diplomatica nell’intermediario Renzo Bossi, che fa le veci del padre nel ricevere la chiamata. Mancano pochissimi giorni all’incontro tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi per fare il punto sulla manovra (fissato per lunedì prossimo): riforma delle pensioni, abolizione delle Province e liberalizzazioni restano saldamente al centro della manovra per come la pensa il Pdl. Di contro, per il Carroccio le pensioni restano intoccabili, le Province «identitarie» e anche sulle liberalizzazioni delle municipalizzate le riserve non mancano. Tanto che la blanda apertura di ieri sulle pensioni di reversibilità viene liquidata dal segretario Pdl della commissione Bilancio, Massimo Corsaro, come mera «pretattica». Alternative per un compromesso sembrano muoversi sugli altri canali della Lega: «Una tassa sugli evasori», titola il quotidiano Padania, «se avrà il via libera del Pdl potrà cancellare il contributo di solidarietà sui redditi oltre i 90 mila euro». Al momento sono solo ipotesi, mentre qualche reale schiarita si potrà registrare alla BèrghemFest di Alzano lombardo. Stasera troveremo sullo stesso palco Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Angelino Alfano: «Delfini» a confronto sul futuro dell’alleanza. Intanto però a sentir tanto parlare di Province c’è chi si insospettisce. L’abolizione delle province era infatti una prerogativa di tutti i programmi elettorali. Ora però, se questo punto del programma dovesse realizzarsi, il Partito del Carroccio potrebbe vedere molti funzionari tornare a casa in nome della crisi. Che questa pantomima di silenzi e chiamate deviate sia in realtà un’astuta tattica di mercato politico?

Nella foto, Silvio Berlusconi (trattiene?) Umberto Bossi

di Massimo DONADI*

 

“Il Pdl minaccia la Lega: via tutte le province” titolava Repubblica in prima pagina. L’abolizione delle province passa dall’essere un punto del programma (farlocco per carità visto che il Pdl, come tutti gli altri partiti, l’ha affossato in Aula) ad una minaccia.

Come al bar sport, sembra di sentire Silvio che dice a Umberto “guarda che se non la smetti di metterti di traverso sulle pensioni ti mando a casa centinaia di amministratori leghisti”. E Umberto che risponde “paaadaniaaaaa, Siiiilvio, non rompere i c…”, poi alza il dito medio, fa una pernacchia e se ne va con la sua bella canottierina. Noi diciamo: le province vanno abolite, tutte. Lo sosteniamo da tempo e siamo gli unici ad aver portato la proposta di legge in Parlamento e gli unici ad averla votata.

Tutti a parole l’avevano promesso in campagna elettorale, ma solo noi abbiamo rispettato il patto con gli elettori. Ora la manovra, nella sua drammaticità, offre una nuova opportunità per abolire le province. Al di là degli screzi e del braccio di ferro tra Pdl e Carroccio, speriamo che per una volta il centrodestra abbia il coraggio delle proprie azioni e che alle parole seguano i fatti. Sarebbe anche l’occasione di intervenire sui conti pubblici non solo con le tasse ma anche con una sensibile riduzione della spesa.

Abbiamo, però, il fondato timore che l’abolizione delle province sia solo merce di scambio politica che il Pdl intende usare per smuovere la Lega sulle pensioni. I soliti giochetti di una politica piccina piccina.

 

MASSIMO DONADI*

*capogruppo alla Camera per l’Italia dei Valori

 


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